LA PRIMA ESCURSIONE AL PARCO TALON

Ero triste, abbattuto, stanco della vita. Il destino era stato duro con me, mi aveva tolto esseri che mi erano cari, rovinato i miei progetti, ridotte a nulla le mie speranze. Uomini che chiamavo amici si erano rivoltati contro di me, vedendomi in preda alla sventura; l’umanità tutta, con i suoi interessi in lotta e le sue passioni scatenate, m’era parsa orribile. Volevo ad ogni costo fuggire, sia per morire, sia per ritrovare nella solitudine, la mia forza e la mia calma dell’animo. Senza ben sapere dove si dirigevano i miei passi, ero uscito dalla rumorosa città e mi dirigevo verso le grandi montagne il cui profilo vedevo stagliarsi contro l’orizzonte.(…)Libero alfine, lasciai che la mia vita si rinnovasse lentamente secondo la natura. Non passeggiavo più soltanto per sfuggire ai miei ricordi, ma anche per lasciarmi penetrare dalle impressioni dell’ambiente e per goderne, quasi senza saperlo.” Ecco come Elisee Reclus, geografo e intellettuale francese troppo a lungo trascurato, inizia il suo testo Storia di una montagna, un libro nel quale l’autore lambisce un abbeccedario della montagna, descrivedo, in ogni capitolo, geografie paesaggistiche o geografie umane: la nebbia, la valanga, i fossili, le nevi, il torrente, sono tutti elementi presi in esame in ogni capitolo insieme a quelle geografie “umane” che della montagna si fanno complementari in un crescendo emblematico: il cretino, l’Olimpo e gli Dei, i geni o, infine, l’uomo.
Storia di una montagna, dato alle stampe nel 1880, è un libro che vede “avanti”: prevede, Reclus, lo sfruttamento della montagna, così come la vanagloria di tanta parte di alpinisti che “ tentano di salire qualche cima alta e difficile, cercano, si dice, un mezzo difficile ma sicuro di far ripetere il loro nome da un giornale all’altro, come se, con una semplice ascensione, avessero compiuto un’opera utile all’umanità.”

 

Reclus, nel 1880, vede dunque avanti. Il suo approssimarsi alla montagna, proprio come ci dice nell’incipit del libro è un modo per liberarsi, per ritrovare la calma del proprio animo, prendendo la montagna (una montagna) come rifugio.
La figura e la vita di Elisee Reclus, geografo, scrittore, attivista anarchico che ha rivoluzionato il modo in cui intendiamo le discipline geografico-umanistiche in occidente, è tanto vasta che meriterebbe un approfondimento a sé stante. In questo articolo invece ti racconterò di come la montagna, o meglio, di come la natura sia stata entusiasmante teatro di incontro tra Diversamente Trekking e i ragazzi della Cooperativa Solidarietà Familiare.

 

Diversamente Trekking al Parco Talon

Il primo incontro con i ragazzi della Cooperativa Solidarietà Familiare è avvenuto al Parco Talon. Il punto di ritrovo: all’incrocio tra Via Panoramica e Via de Bregoli alle ore 10 in punto. Non conoscendo ancora i ragazzi, avevo una grande curiosità: come sarebbe stato il primo incontro? Avrei avuto gli strumenti umani necessari per entrare subito in confidenza con loro? Il percorso che avevo scelto era davvero adatto? O non era forse troppo lungo, troppo breve, troppo largo, troppo assolato, troppo in ombra? Quanti inutili dubbi spazzati via al primo sguardo. L’intesa con i ragazzi è stata subito delle migliori. Dopo una breve introduzione della passeggiata, ho detto che loro che, durante quella giornata, ci saremmo dedicati solo a conoscerci, senza fare foto e senza soffermarci sulle attività che sono invece previste per le prossime escursioni.

 

In cammino con i ragazzi di Solidarietà Familiare

Graziati dal tempo atmosferico e con un sole tiepido e piacevole, abbiamo iniziato il nostro percorso: oltrepassati i ruderi della antica Villa Talon e dopo aver percorso un breve tratto della gettonatissima Via degli Dei, ci siamo immersi nel bosco, in un sentiero accogliente, ma poco battuto. Da lì abbiamo poi attraversato l’ampio prato sottostante, fermandoci per una breve pausa merenda per conoscerci meglio.

 

La stanchezza era ancora lontana: avevamo percorso appena mezz’ora di cammino! Allora, vedendo che il morale era ottimo e la voglia di proseguire anche, ho detto ai ragazzi che ci saremmo rimessi in cammino attraversando, di lì a poco, gli alti pioppi del Parco Talon, paradiso per i ciclisti che si immettono lungo la nuova ciclovia del Sole, fino ad arrivare sul fiume Reno.
“Chi vuole farsi un bagno?” ho detto per scherzare.


Nonostante ci fossero diversi alberi a terra da scavalcare per arrivare lungo l’argine del fiume, i ragazzi hanno dimostrato un grande senso pratico di avventura: nessun timore, nessuno che è rimasto indietro lamentandosi, un gruppo compatto come non si era mai visto.

Dopo aver percorso il sentiero lungo il Reno ed essere risaliti oltre la “chiusa”, abbiamo fatto una breve sosta nella quale, tra un sorso d’acqua e un piccolo anticipo di morso di un panino, ho notato quanto il clima fosse rilassato. Merito anche degli educatori della Cooperativa Solidarietà Familiare!

Arrivati a questo punto e una volta ripreso il cammino, la domanda principale era una ed una soltanto: quando possiamo mangiare il nostro panino??!! L’ora del pranzo, effettivamente, come un Grande Fratello, incombeva su di noi, ma il percorso volgeva quasi al termine. Perciò, dopo un ultimo sforzo collettivo, eccoci tornati al grande prato iniziale dove, seduti su dei grandi trochi a terra, abbiamo mangiato il nostro pranzo al sacco con grande soddisfazione dei ragazzi.

Escursioni e passeggiate per utenti psichiatrici e soggetti fragili

Dalla prossima escursione inizieremo la raccolta del materiale (foto/impressioni) per la svolgimento dei due laboratori e la creazione dell’ebook. Sebbene una sola passeggiata non può, di per sé, cambiare o migliorare la vita di una persona (specialmente di un soggetto fragile con disturbi psichiatrici), ho avuto modo di leggere negli occhi dei partecipanti una buona dose di felicità. Condivisione: ecco ciò che siamo riusciti a creare nella giornata di domenica 30 aprile. Quando uno dei ragazzi, appassionato di cammini, ha tirato fuori dalla tasca un foglio stropicciato con su scritte le date delle nostre passeggiate, ho capito ancora di più quanto i nostri incontri potranno trasformarsi in un supporto reciproco e di miglioramento della qualità della vita, perché è di questo che si tratta: non lasciare, ma veramente, nessuno indietro.
Nell’opera” ci ricordava Reclus nel 1880 “ di portata capitale, dell’educazione dei fanciulli e delle persone, la montagna ha da svolgere il ruolo più importante. La vera scuola deve essere la natura libera, con i suoi bei paesaggi da contemplare, le sue leggi da studiare dal vivo, ma anche con gli ostacoli da superare.

Chi lo sa se Nietzsche, con il suo Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, del 1885, avesse letto Storia di una montagna di Reclus: in entrambi la montagna è il luogo dal quale si scende cambiati, un superuomo è Zarathustra e un uomo salvato e curato è Reclus.
Ecco come congeda il lettore Reclus e come noi ci diamo appuntamento alla prossima passeggiata con Diversamente Trekking e i ragazzi di Solidarietà Familiare il 28 maggio ai Prati di Mugnano.
“ La montagna ormai, mi era lontana, ed ero rientrato nel gran tumulto degli esseri umani. Ho potuto almeno conservare nella memoria la dolce impressione del passato. Vedo ancora sorgere dinnanzi a me l’amato profilo dei monti, ritorno con il pensiero alle ombrose vallate e per qualche istante posso godere in pace l’intimità della roccia, dell’insetto e del filo d’erba.”